domenica 25 agosto 2013

Dai libri alla vita reale...

...

"Credo che le malattie siano cose che capitano, non test cosmici; non sono castighi per il male fatto nella vita" disse. "Non sono il tribunale morale dell'universo. Sono solo dei difetti nel meccanismo".
"Okay, e..."
"E io credo che Dio pianga quando soffriamo; piange con noi e ci sostiene. Ma credo anche che ci lasci mettere a posto le cose da soli. Che lasci fare ai medici il loro lavoro. Che lasci che il corpo guarisca se stesso".
"E se non succede?"
"Allora ci accoglie a braccia aperte. Lui non si occupa molto del corpo, ma dell'anima".
"Perciò se prego abbastanza guarirò?"
"No, no, non intendevo affatto questo. La preghiera non è una forma di assicurazione divina. E' solo un modo per comunicare, per aprire il nostro cuore".
"Secondo questa definizione, ogni conversazione onesta è una forma di preghiera".
Il prete si battè sul naso. "Indovinato, Georgia".

(Kate Jacobs, Le amiche del venerdì sera)

L'altro giorno mi sono messa a rileggere questo libro... non è tra quelli che rileggo più spesso... ha una fine che non mi va giù... però in questo momento questo paragrafo (che non mi ricordavo) l'ho sentito mio... in momenti di totale sconforto (come quelli che ho imparato a dissimulare agli occhi meno attenti) non faccio altro che affidarmi alla preghiera, a quel Dio tante volte invocato... Per capire che strada continuare a percorrere o cambiarla totalmente... anni di "militanza" in Azione Cattolica, parrocchia, coro e catechismo qualcosa dovrebbero avermelo insegnato... Eppure... eppure sono un sacco in crisi... sarà una summa di tante cose, la stanchezza e lo stress accumulati al lavoro, quelli derivanti dalla malattia del mio ragazzo... forse domani lo dimettono... e io tutt'ora non so di cosa soffra... l'ho chiesto e non ho ottenuto risposte... io capisco il suo imbarazzo... ma ho comunque bisogno di sapere che cos'ha... anche per cercare di aiutarlo meglio, di non commettere gesti o di non dire cose che potrebbero farlo stare peggio invece che meglio... Oggi non ho voluto insistere più di tanto... ma una risposta la voglio e la pretendo!
Probabilmente dovrò affidarmi all'aiuto di qualcuno di più esperto, però almeno voglio sapere che cosa devo dirgli a questa persona!
Adesso piano piano cercherò di parlargli... poi vedremo... 'sta situazione mi logora... e il barattolo della Nutella aperto è troppo tentatore! Da domani, visto che per il mio ufficio comincia il periodo invernale (no comment davvero) e avrò tantissimo tempo libero... si riprende a correre! La pila del lettore è carica... io forse un po' meno... ma confido nella mia tigna!!! (alias perseveranza!)

3 commenti:

  1. Io credo sia più che giusto pretendere di sapere. Se è giusto che tu non l'abbia abbandonato, è giusto che lui ti dia modo di stargli accanto, di capire, di aiutarlo.

    Ciao Kanachan!

    RispondiElimina
  2. sono stata una praticante innamorata di Dio, poi ho avuto una battuta di arresto che ha coinvolto la mia salute, e tutto mi si è fatto più oscuro... ho dato colpa al Signore, al Suo operato troppo misterioso... ora le domande ancora ci sono, ma le pongo più a me, alla mia qualità della vita... e mi sento quasi meglio solo grazie a quello

    RispondiElimina

Un commento... cosa vuoi dirmi???