martedì 30 giugno 2015

Acqua salata

"La cura per ogni cosa è l'acqua salata: sudore, lacrime o il mare".

Direi che mi ci ritrovo. E sabato, nonostante dovessi andare a lavorare di lì a poco, mi sono voluta far accarezzare i piedi dall'acqua salata e fredda... e i risvoltini erano dovuti a motivi pratici più che modaioli... anche se invano... visto che mi sono bagnata comunque!



(Spero di non trovarmi il blog invaso da feticisti!)

sabato 27 giugno 2015

Sfogliavo l'agenda...

Il mio ultimo giorno libero è stato il 18 giugno, il prossimo dovrebbe essere il 30 (ma non è detto), poi ho qualche mezza giornata... "Non ti prendere male per il lavoro, riposati, stacca". Sì, come no.
Forse la mia stanchezza è più mentale che fisica... mi si dice di non fare niente per due giorni... come posso? Passavo mentalmente in rassegna il mese di luglio... sono arrivata al 31 senza trovare un buco per stare via due giorni... Forse davvero diventerò una workaholic o come si scrive... E' che pensare prettamente al lavoro fa sì che non abbia poi chissà quanto tempo, forze ed energie per pensare ad altro. La mia collega aspetta un bimbo. Sono felicissima per lei. Non me l'aspettavo. Ha esordito con "Ti devo dire una cosa".
Ecco. La cosa su cui ho rimuginato più a lungo è stata l'uso di quelle 5 parole. Ti. Devo. Dire. Una. Cosa. Non le ho mai usate.
Non so nemmeno se le userò mai.

Sarà la stanchezza che parla. O la presa di coscienza.

lunedì 22 giugno 2015

Quel sottile masochismo...

C'è una vena di sottile masochismo in ognuno di noi... c'è chi, dopo la fine di una storia, continua a sbirciare la bacheca Fb dell'ex, che magari nel frattempo non si è fatto solo una storia, ma praticamente s'è girato tutto il paese, chi essendo a dieta, continua a sfornare pane, pizza e dolci che non potrà mangiare, c'è chi continua ad accettare incarichi su incarichi non riuscendo a dire che non da soli non si è in grado di svolgere tutto quello richiesto... e poi ci sono io... che in parte faccio le cose elencate prima... ma il cui atto più grande di masochismo è continuare a indossare un paio di jeggins che in realtà odio! Il loro problema fondamentale è la vita bassa. Troppo bassa per i miei gusti. Quando li ho comprati (misurandoli pure, eh!) non mi rendevo conto... dicevo che avrebbero ceduto e così li avrei potuti tirare un pochino più su. Errore. Non cedono di un millimetro (ma come cavolo fa Terranova a produrre queste cose?), mi rimangono sempre bassi. E io, che sono un'idiota, che faccio? No, non li metto nella busta delle cose da portare alla Caritas. No, io continuo a rimetterli. E a odiarli subito dopo aver fatto le quattro rampe di scale che mi portano in garage. Arrivo a dire che sono i pantaloni che mi metto quando voglio punirmi per qualcosa. Sono idiota? Sì lo sono. Ma la scomodità che provo, il fastidio, mi si devono scolpire bene in testa quando dico sì o faccio qualcosa (consapevolmente) che so già che poi mi farà stare peggio.
Dire no certe volte è necessario. Oserei dire vitale.
E ai pantaloni do un'ultima chance. Poi li caccio in fondo all'armadio!

mercoledì 17 giugno 2015

Di moda... e accessori...

Io, i giornalisti (o meglio.... le giornaliste!) che scrivono gli articoli su come si dovrebbe andare vestiti in ufficio certe volte mi domando se l'abbiano mai visto un ufficio... Forse frequentano solo uffici altolocati? Nella mia esperienza lavorativa di sicuro non servono borse da 200 e passa euro (la mia gira dal mobiletto vicino alla mia scrivania a sopra una vecchia taglierina arrugginita, che, se non sto attenta, un giorno ci prendo il tetano!) o scarpe con tacco minimo 6 cm, anche perchè spesso devo muovermi tra diversi uffici portandomi dietro cose anche abbastanza pesanti, per cui... via libera alla scarpa bassa... e molto spesso stivaletto o scarpa da tennis! Mai le infradito da mare, Dio ce ne scampi e liberi (la mia collega invece se ne frega... e ci viene in ufficio vestita così! Ma lei è parecchio particolare... e certe volte con un gusto orrido!), ma un sandalino ogni tanto (cioè, adesso praticamente sempre!) ci sta!
Quando, dopo un corso di formazione, ho iniziato un tirocinio in un'azienda, il mio primo vero lavoro, mi ricordo di come ci avessi provato a vestirmi in una maniera che reputavo comunque professionale (e di cui fosse disponibile una taglia 54, quella che indossavo allora)... alla fine della prima settimana mi ero già abituata al look informale che esisteva lì!
Forse è per questo che ritengo tutti questi consigli sugli accessori da comprare per lavorare in ufficio fuori luogo... certo, se lavorassi in una BigFirm come la nostra Pippa  magari certi consigli li seguirei... soprattutto... se il mio stipendio fosse adeguato a quello degli accessori che dovrei comprarmi!
Quello che mi conforta, alla fine, è che a governare tutte le mie scelte sia, più o meno il buongusto... e ho fatto figure molto migliori io con un'anonima borsa comprata al mercato che gente con borse costosissime ma di dubbio gusto... che a voi, poi, non vi iniziano a stancare quelle borse tutte uguali che si vedono ostentate in giro!?!?
Chiudo questo mio profondissimo post con questa foto presa da "Il Diavolo veste Prada"... non c'azzecca niente con quanto scritto... ma mi fa sempre sorridere!


venerdì 12 giugno 2015

Pareva dolci i lupini...

Non so se questo è un detto solo della mia zona... i lupini sono quella verdura (ma sono davvero una verdura) che non riesco a definire, una sorta di acini di uva schiacciati, gialli, che vengono messi in acqua e sale e in genere si mangiano per san Giuseppe (19 marzo)... la forma può trarre in inganno, possono sembrare dei frutti dolci... nonna li comprava sempre, a me non è che piacciano chissà quanto... e comunque sia, il proverbio o detto, enunciato prima, sta a indicare come le cose che appaiono facili, in realtà non lo sono affatto...
Mi sto prendendo diverse preoccupazioni, devo incastrare tante cose diverse, c'è gente che dipende da me per un lavoro, o quantomeno per un aumento delle ore di lavoro... io devo ascoltare tutti, ma agire anche per il bene della cooperativa... lo ammetto, francamente pensavo che fosse più facile. Non avrei mai immaginato di scontrarmi con la poca disponibilità della gente. Sarà che io sono abituata a farmi in 4 per il lavoro, sbagliando, rinuncio a cose mie, a cui tengo, per il lavoro, ci sono completamente sotto... Ho tre giorni liberi la settimana prossima, uno ho un corso, gli altri due completamente senza impegni... bene, mi sono comunque offerta volontaria per andare a parlare con una persona e comunque sia già so che non staccherò!
Il corso che sto facendo... sul lavoro penso che mi servirà a poco o niente... rapporti con gli altri corsisti... non un granchè... un po' una delusione... salvo di tutto l'ambaradan due professionisti... una europrogettatrice e uno psicologo. E' stato illuminante, come può essere illuminante qualcuno che conosci per dieci  ore di lezione, ma molte delle cose dette mi hanno colpito e sto seriamente pensando di andarci a parlare. Devo iniziare a prendermi cura di me. Staccare un po', ma davvero. E durante le sue lezioni ho spento il telefono, silenziarlo non bastava.
Nel frattempo accadono cose. Gioco col Dottor Feelgood su Virgin Radio e vinco cd e vinile dei Darkness. Ora si pone un problema. No, non è se i Darkness mi piacciano o meno. Il problema è il vinile! Io non ho il giradischi!
Tra un mese un mio amico si sposa. Tra un mese compio 31 anni. Mi ha chiesto dove ho intenzione di festeggiare il compleanno, se al suo matrimonio. Certo, passerò il mio giorno lì.
Mi spiace che invece molte ex compagne di classe non ci saranno. Chi all'estero, chi in altre parti d'Italia. Un'altra che è qui e che verrebbe tergiversa. Mi dice: ma dove ci metteranno a sedere? Ma che ti frega! Eravamo 27 in classe, riusciremo a farlo un tavolo con noi ex V B!! E poi scusate... ho un vestito elegante da rimettere... vado a correre la mattina presto per essere al meglio della forma... che mi perdo questo matrimonio??? nahhh!!
Ho scritto cose a caso, come il mio solito.
Stream of consciousness direbbero gli inglesi, giusto? Ho bisogno di riposo.

lunedì 8 giugno 2015

So '90...

Oggi mi andava di essere nostalgica. Di pensieri in testa ne ho abbastanza, sono stata più di un'ora a colloquio col mio capo senza cavarne niente di buono, forse qualcosa si è schiarito in serata. E mentre guidavo, Virgin Radio ha trasmesso "Iris" dei Goo Goo Dolls. Non me ne ero nemmeno accorta, solamente dopo che l'avevo canticchiata tutta me ne sono resa conto.


Poi a casa è stato un attimo ricercarla su youtube e metterla in loop continuo.
E i suggerimenti di Youtube vogliamo non prenderli in considerazione? Ma certo che sì! L'ascolto è continuato quindi con Natalie Imbruglia e la sua "Torn", "Trudly Madly Deeply" dei Savage Garden e "Dont' look back in anger" degli Oasis. 
Per dirla alla Doctor Feelgood... ho spaziato tra America e Inghilterra! (Magari potessi spaziarci davvero!)
Ovviamente a correre poi oggi non ci sono andata. Sono tornata a casa esausta comunque per la giornata, una giornata che era iniziata con una porta chiusa (grazie al cavolo, mi hanno dato le chiavi sbagliate) e una botta in testa (ho sbattuto contro il montante della macchina... per tirare fuori uno scatolone, mica per fare chissà che!).
Volevo sentire un mio vecchio amico che non vedo da tanto (pur abitando noi a 1 km di distanza), ma quando è stato il momento di mandargli un sms, c'ho rinunciato.
Perrchè devo essere sempre io a cercare le persone? Pure l'ultimo con cui sono uscita e che ho ribeccato in giro venerdì scorso... ci vuole tanto a chiedermi di vederci? bah.... noi donne saremo complicate, ma voi uomini non siete da meno! (e comunque, con quest'ultimo tizio, di uscirci ho davvero pochissima voglia... l'unica cosa è che voglio restituirgli un libro, tutto qui!)

domenica 7 giugno 2015

...

Rischio di scoppiare prima che l'estate sia cominciata.
Mi sa che non è proprio l'ottimo. C'è l'adrenalina del riuscire a sistemare tutti i problemi e accontentare, più o meno, tutti. Ma c'è anche la "rabbia" nel constatare che tutti mi considerano sempre a disposizione, sempre pronta a coprire questo o quel turno, a farmi chilometri in macchina per andare a fare 2 ore. Il mio tempo non vale meno del loro. Mi porti questo e mi porti quello. Sei tu che me lo stai chiedendo. E' una cosa che serve a te, non a me. Vienitela a prendere.
E oggi mi sono sentita tanto inutile. Ho sentito che faccio un lavoro che non serve a niente. Durante la cerimonia delle cresime, stamattina, un ragazzino si è sentito male. E' sbiancato, sudava freddo. E' stato un mix di emozione, caldo, l'essere a digiuno dalla sera prima. La sua fortuna è stata che, nel nostro coro, la metà delle persone presenti è infermiere o medico. Si è poi ripreso, ha fatto la foto finale ecc. Probabilmente sarei stata in grado pure io di soccorrerlo, fargli alzare le gambe, fargli aria ecc. Però oggi mi sono sentita che tutto quello che ho fatto finora non serve a niente. Che non ha nessuna utilità. Ho fatto una guida oggi pomeriggio, per 5 persone. Mentre spiegavo le varie cose, pensavo di continuo a quello che stavo facendo e dicendo. E che valore avesse.
Mi chiedo davvero se non ho sbagliato tutto nella vita.
Sono stanca e dormo poco.
Posso essere serena e tranquilla. Poi basta un niente, un'inezia, per buttarmi giù di umore. Ho rifiutato l'invito a uscire di due amiche. Non mi andava di fare un aperitivo a 50 km da casa. Non mi va di fare serata tornando a casa la mattina dopo. Non riesco a capire dove trovino le energie le mie amiche per fare ciò. E sì che io sono pure più giovane!
Spero nella settimana che verrà. Non so nemmeno in cosa spero. Forse in un confronto con un mio superiore che (spero) mi porterà un po' di tranquillità.
Forse spero nel potere terapeutico della corsa. Domani ci torno.
Forse spero troppo.

martedì 2 giugno 2015

2 giugno

Forse sono un po' prevenuta. Ricollego certe cose ad avvenimenti del passato. A quando mi facevo piacere cose che mi annoiavano per "amore" della persona che frequentavo. Ora non voglio più scendere a questo tipo di compromessi.
Il jazz mi annoia. All'amica che si ostina a invitarmi a concerti e serate di questo tipo, l'ho detto più volte. All'ultimo concerto jazz a cui ho assistito, la parte più divertente ed entusiasmante è stata osservare il gabbiano che, al di là del vetro, stava appollaiato sulla balaustra.
Sembra non sentirci e continua a invitarmi. Come sembra non sentirci anche relativamente al fatto di essere puntuale. Appuntamento ieri sera verso le 19.45, arriva alle 20.25. Un giorno il Giobbe che è in me lascerà il posto alla furia delle Erinni.
E' il 2 giugno, è festa. Sono a casa davanti al pc, con il telefono da una parte e il tablet dall'altra, un libro che mi aspetta. E' tempo da mare... non mi sento ancora pronta. E non mi va di mischiarmi alla confusione. Ci andrò dopo, quando vorrei infilarmi le cuffiette nelle orecchie e spararmi di nuovo 8 km.
Sono più fiacca rispetto alla settimana scorsa, gli stravizi so che si faranno sentire.
Tutto sta nel ripartire.
Un mese e 9 giorni per rimettermi in completa forma, per far cadere perfettamente l'abito blu che indossavo due anni fa, ché non ho voglia di fare nel nuovo spazio nella parte di armadio dei "vestiti costosi usa e getta" (tutti quei vestiti comprati in occasione di matrimoni e mai più rimessi!).
Buon inizio giugno!