Problemi con il fissare l'appuntamento a parte, riflettevo sul fatto che questo mio corpo così trasformato io non lo sento ancora mio... sono consapevole di entrare in una M, ma continuo a provarmi magliette di taglia L per poi andarle a riportare a posto e prenderne una di taglia più piccola; non parliamo poi dei pantaloni... continuo ancora a guardare quelli taglia 48, quando la 46 mi inizia ad andare larga e la commessa della Benetton voleva darmi una 44... sui reggiseni stendiamo un velo pietoso...
Queste riflessioni, che mi ronzavano in testa già da un po', si sono "concretizzate" stamattina, quando ho letto il post de La diva delle curve e mi sono focalizzata su questa frase:
"Mi avevano fatto pensare che se perdi peso tutti ti accettano, sei bella e la vita diventa perfetta, invece continui a sentire la vocina dentro di te che dice che sei sbagliata."
Come ho già scritto anche da lei (ma non mi sono voluta dilungare troppo, se no era più lungo il mio commento che tutto il suo articolo!) tante cose hanno inciso sulla mia decisione di mettermi a dieta... i condizionamenti della società, la famiglia, la mancanza di relazioni e anche la moda, ché fino a 10 anni fa Oltre, Fiorella Rubino e tanti altri brand di moda oltre la 46 ancora non c'erano ed era difficile vestirsi in maniera decente senza lasciare un rene da Elena Mirò!
Ero convinta che con la perdita del peso avrei perso anche la mia cronica insicurezza, che tutto sarebbe diventato più facile... che sul piano lavorativo sarebbe migliorato, che il mio modo di vestire sarebbe sicuramente cambiato (beh, questo è veramente successo), che avrei avuto più possibilità di fare nuove conoscenze, grazie a una maggiore spigliatezza che la mia nuova taglia mi doveva portare, secondo i miei pensieri... e invece... sì, le cose sul lavoro sono cambiate, ma perchè sono subentrati nuovi servizi, ho rimodernato il mio guardaroba, divertendomi anche a fare shopping, ma molte volte facendo acquisti non proprio mirati, ma solo per colmare un vuoto dentro... nuove conoscenze e l'inizio di nuove relazioni? di nuove conoscenze ne ho fatte poche... delle relazioni meglio non parlarne... anche perchè per sei mesi circa ho vissuto una non-relazione che mi ha fatto soffrire per metà del tempo... come mi ha detto la mia amica... anche se S. mi ha fatto soffrire, con lui ho imparato a farmi abbracciare e a farmi sentire desiderata, a perdere un pochino della mia corazza... gliene do atto... ma do anche atto al fatto che questa situazione ambigua di un'amicizia che andava oltre, con lui che mirava solo a quello cui mira il 98% della popolazione maschile senza coinvolgimenti emotivi, mi faceva oltremodo soffrire... e l'altra sera c'ho dato un taglio. Non potevo continuare a essere il suo giocattolino, essere sempre quella accondiscendente (ma fino a un certo punto)... e poi... qualcosa in me s'è spezzato... se dopo 6 mesi che ci frequentiamo le sue chiacchiere mi annoiano... cosa sarebbe successo dopo 1 anno? o dopo 2? Ma è soprattutto l'ambiguità del rapporto che ci legava che mi ha spaventato in misura maggiore... davvero ho così poca stima di me da decidere di frequentare quest'unico tizio che mi fa soffrire solo per paura di rimanere sola? Solo perchè così ho qualcuno che mi porta al cinema o a vedere le mostre o a teatro? No, non voglio accontentarmi o essere dipendente in questa maniera... preferisco la mia solitudine che mi fa stare qui a scrivere su un blog alle 21.30 di un venerdì sera, con l'allettante prospettiva di infilare il pigiama e andare a dormire tra un'ora!
Come al solito parto da un argomento... e finisco a parlare di tutt'altro!!
Il mio stream of consciousness è prodigioso...